TRASFORMIAMO IL RIFIUTO

IN RISORSA



Negli ultimi anni la produzione dei rifiuti in Italia è notevolmente aumentata, alimentata da stili di vita poco rispettosi dell’ambiente. Per poter porre riparo a tale situazione, il problema dei rifiuti va affrontato e risolto soprattutto sul piano culturale, con un coinvolgimento effettivo e civile della popolazione, imparando a gestire in maniera corretta i nostri rifiuti, in modo da buttare meno e meglio.

In natura tutto si trasforma e il concetto di rifiuto è praticamente inesistente: tutto ciò che nel ciclo della vita viene eliminato da alcuni organismi, diviene risorsa preziosa per gli altri nella fase successiva. Quindi nel ciclo naturale non si butta via niente, perché tutto può essere riutilizzato e servire alla creazione di qualcos’altro.

Ciò, invece, non accade nella società moderna e “dell’usa e getta”. Ogni essere vivente, nell’arco della sua vita, produce una notevole quantità di rifiuti. Il rifiuto è tutto ciò che viene eliminato perché non ha più valore, inutilizzabile o sporco. Quando decidiamo di “disfarci” di un prodotto, si concretizza, purtroppo, il passaggio da risorsa a rifiuto.

La soluzione più frequente per poter far fronte a tale situazione è stata, e purtroppo continua ad essere, quella di avviarli alla discarica, il più economico dei sistemi di smaltimento, o in quantità minore, distruggerli tramite incenerimento.

Quando i rifiuti non vengono selezionati a monte finiscono in discarica. Ciò significa che non si è potuto o voluto riciclarli, usarli per produrre energia o, in ultima ratio, bruciarli ed utilizzarli come combustibile negli inceneritori.

Anche la Comunità europea è più volte intervenuta sull’argomento per sottolineare che l'uso delle discariche per il rifiuto indifferenziato deve essere assolutamente evitato, dando maggiore priorità alle attività di recupero della materia e sfruttando tecnologie, quali il compostaggio e l'incenerimento per i residui.

Quindi non è possibile pensare di risolvere il problema dell’accumulo dei rifiuti  tramite lo smaltimento, perché le risorse naturali, presenti sul nostro pianeta, sono limitate ed è quindi indispensabile recuperarle e riciclarle, riducendo le richieste di materie prime vergini.

Una gestione corretta e sostenibile dei rifiuti deve prevedere nell'ordine: la RIDUZIONE della produzione dei rifiuti (prevenzione)‏; il RIUTILIZZO dei prodotti (vuoto a rendere); il RECUPERO DEI MATERIALI attraverso il RICICLAGGIO; il RECUPERO DELL’ENERGIA (termovalorizzazione); lo SMALTIMENTO finale in discarica.

Pertanto la soluzione più idonea sarebbe quella di ridurre i rifiuti a monte, sin dall’origine, in modo da considerarli da subito come risorsa, superando, in tal modo, il  modello dell’“usa e getta” in favore del riutilizzo. Occorre procedere ad una corretta gestione dei rifiuti, per diminuire considerevolmente il loro accumulo e contenere gli impatti ambientali. L’obiettivo che è necessario perseguire è quello di  consumare meno e meglio.

Solo negli ultimi anni l’uomo ha compreso l’importanza della raccolta differenziata, finalizzata al recupero di notevoli quantità di materie prime da reimmettere di nuovo nei processi produttivi, ciò perché i rifiuti possono essere delle importanti risorse.

Facciamo qualche esempio.

Gli scarti di cucina (bucce di patate, fondi di caffè, resti della verdura e della frutta) sono riciclabili perché da essi si ricava il compost, cioè concime per campi e giardini. Se non  vengono riciclati, il tempo impiegato dai rifiuti organici per decomporsi è: 1. Torsolo di mela 2 MESI; 2. Fazzoletto di carta 3 MESI; 3. Scarti di carne 12 MESI.

Le sostanze di origine biologica (materiali e residui di origine agricola e forestale, prodotti secondari e scarti dell'industria agro-alimentare, i reflui di origine zootecnica), i rifiuti organici urbani e  le alghe e molte specie vegetali utilizzati per la depurazione di liquami organici formano le biomasse e, riutilizzati in apposite centrali termiche, possono produrre energia elettrica. Tali rifiuti, dopo essere stati sottoposti a processi di trasformazione, diventano dei combustibili (biodiesel, bioetanolo, metano, ecc.) che verranno successivamente usati in impianti per la produzione di energia elettrica e/o energia termica.

I biocombustibili rappresentano sicuramente un'energia pulita: essi liberano nell'ambiente le quantità di carbonio che le piante hanno assimilato durante la loro formazione ed una minima quantità di zolfo e di ossidi di azoto rispetto a quella rilasciata dai combustibili fossili (petrolio, carbone, metano, ecc..).

Infine l'energia dalle biomasse si basa, come anticipato, soprattutto sugli scarti di produzione delle attività produttive e ciò costituisce un notevole vantaggio, perché il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico, evitando di doverli eliminare in discariche o pagare per il loro incenerimento. Quindi se prima occorreva sostenere alcuni costi, ora ci si trova di fronte ad un'opportunità da prendere in considerazione e da sfruttare per produrre preziosa energia elettrica.

Il vetro (bottiglie, bicchieri, vasi) ben pulito, triturato e lavato è utilizzato dalle vetrerie per la produzione di altro vetro. Per produrre vetro “nuovo”, per ogni 10% di rottame di vetro inserito nei forni si ottiene un risparmio del 2.55% di energia, equivalente ad oltre 130 litri di petrolio risparmiato per ogni tonnellata di vetro riciclato usato. Ogni anno l’industria vetraria risparmia in termini di energia, grazie alla raccolta differenziata, circa 400.000 tonnellate di petrolio. Se non viene riciclato, il tempo impiegato dal rifiuto di vetro per decomporsi è: bottiglia di vetro oltre 4000 anni.

 

La plastica recuperata viene lavata, pulita, macinata e ridotta in piccole scaglie, pronta per essere riutilizzata. Un golfino può essere ricavato da otto bottiglie di plastica e quest’ultima può anche essere bruciata in luogo del petrolio. Recuperando 1.000 tonnellatte di plastica si risparimiano circa 3.500 tonnellate di petrolio, cioè l’equivalente dell’energia usata da 20.000 frigoriferi in un anno. I toner e le cartucce fax e fotocopiatrici, oltre a contenere materiali inquinati, sono di plastica, utilizziamoli molte volte mediante la rigenerazione e, una volta esasute, consegnamoli all’isola ecologica. Se non li ricicli il tempo impiegato dai rifiuti plastici per decomporsi è: 1. Contenitore in polistirolo 50 ANNI; 2. Bottiglia di plastica 100 - 1000 ANNI;3. Busta o sacchetto di plastica 100 - 1000 ANNI;4. Piatto o bicchiere di plastica 100 - 1000 ANNI.

Dall’alluminio riciclato, reimpiegato all'infinito, si può risparmiare il 95% dell'energia necessaria per produrlo dalla materia prima. Il riciclaggio dell’alluminio è sicuramente un’attività importante per l’Italia, ove non esistono miniere di bauxite ed i costi energetici sono particolarmente elevati. Riciclandolo, si immettono meno rifiuti nelle discariche e si  riducono le estrazioni di bauxite. Pensate che per produrre 1 kg di alluminio, occorrono circa 15 kWh di energia elettrica ed un impianto di estrazione di bauxite, mentre per produrre 1 kg di alluminio da materiale riciclato, occorrono invece 0,8 kWh di energia e, soprattutto, nessun impianto di estrazione di bauxite, assente nel nostro paese. Se non vengono riciclati, il tempo impiegato dai rifiuti di alluminio per decomporsi è:  lattina di alluminio 20 - 100 anni.

 

Riciclando la carta s’abbattono meno alberi (70 Kg di carta corrispondono ad un albero ad alto fusto), si risparmia acqua e di energia, dal momento che per produrre carta riciclata occorrono meno acqua ed energia, che per produrre carta nuova. Per produrre una tonnellata di carta nuova occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kWh di energia elettrica. Per produre invece una tonnellata di carta riciclata bastano 1.800 litri d’acqua e 2.700 kWh di energia elettrica. Se non li ricicli il tempo impiegato dai rifiuti cartacei per decomporsi è: 1. Giornale 6 settimane; 2. Scatola di cartone 9 mesi; 3. Libro 12 mesi.

 

Gli oli minerali provenienti dall’impiego degli oli lubrificanti, versati nel terreno, possono provocare gravi danni alla vegetazione, agli animali, alle stesse persone e se bruciati immettono nell’aria sostanze inquinanti. Da un chilo e mezzo di olio usato recuperato, si ricava un chilo di lubrificante di ottima qualità; se bruciato in determinati forni, può fornire notevole quantità di energia. Gli oli vegetali, derivati dalla frittura degli alimenti, se vengono versati nella rete fognaria sono particolarmente dannosi; se vengono filtrati e trattati possono essere riutilizzati come base per oli lubrificanti, per la produzione di asfalti e bitumi e impiegato per produrre mastici, collanti, saponi vegetali. L’olio minerale usato (olii lubrificanti nell’artigianato, negli autoveicoli, nell’industria) è per la quasi totalità recuperabile. Da 100 kg di olio usato si ottengono 68 kg di olio nuovo.

 

Il 65% dei pneumatici  in Italia finisce nelle discariche. La gomma è un combustibile e, quando nella discarica avvengono incendi incontrollati, si liberano, soprattutto a causa dei pneumatici, fumi densi e molto inquinanti. Il recupero dei pneumatici usati avviene, ad esempio, con la triturazione: alla temperatura di 100° sotto zero, la triturazione meccanica diventa semplice e successivamente ad essa si procede alla separazione automatica dei vari componenti, assicurando un riciclo totale dei materiali, che vengono utilizzati come sottostrati anti-rumore per strade ed autostrade, piste da corsa e campi sportivi.